Canoa polinesiana: contatto stabilito!
In questo weekend del 28 e 29 giugno 2014 è in pieno svolgimento sul litorale savonese la quinta edizione della Festa del Mare, una serie coordinata di iniziative con l’obiettivo di avvicinare più persone alla pratica amatoriale o agonistica degli sport marini.
Una delle occasioni più ghiotte del programma era senz’altro la possibilità di provare l’esperienza della canoa polinesiana presso l’Associazione Sportiva WAS di Savona e noi di Winter Kayak non ce la siamo lasciati sfuggire!
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Prima di proseguire col racconto della nostra esperienza, ricordiamo che ancora oggi, domenica 29 giugno, è possibile presentarsi alle ore 10 e alle 15 presso la sede WAS di Via Nizza a Savona per prendere posto su una favolosa polinesiana a sei posti e salpare a tutta velocità! In via confidenziale, tuttavia, gli amici di WAS ci hanno assicurato che, a richiesta, sarà possibile chiedere un “assaggio” di polinesiana anche in altri periodi. Mare permettendo, ovviamente.
Veniamo al racconto del pomeriggio di ieri. Il meteo non era, diciamo, il massimo: vento teso da sud-ovest, mare moderatamente mosso, cielo nuvoloso con pioggia a tratti. Evidentemente però, gli amici di WAS sono abituati a navigare in ogni stagione anche con condizioni del mare al limite e così, senza il minimo indugio, hanno messo in acqua le “polinesiane del Guinnes”. Due le canoe entrate in acqua verso le 15,15 di ieri: la nostra, con equipaggio composto da tre esperti e tre novizi, tra cui io, ed un’altra con a bordo quasi tutti esperti. L’ingresso in acqua è avvenuto di poppa: la prima necessità era di far prendere il largo allo scafo in modo da poterlo successivamente manovrare e portarlo con la prua al mare. Quindi, la prima azione sulla pagaia è stata un “indietro tutta”.
Poi abbiamo girato la canoa e via, verso il mare aperto. La prima difficoltà è stata la presa di contatto corretta con la pagaia. Venendo dal kayak, in cui la pagaia ha due cucchiai alle estremità, è subito evidente che il movimento da compiere è del tutto diverso. Con la pagaia a remo singolo della polinesiana (quasi piatto, cucchiaio appena accennato) è necessario impugnare la parte terminale a “T” dello strumento con una mano e poi, letteralmente, “scavare” nell’acqua con l’altra mano. Entrambe le mani partecipano alla propulsione: una spinge e l’altra tira. In mancanza di un corso pur minimo di introduzione, ho dovuto ovviamente improvvisare, soprattutto per quanto riguarda la sincronizzazione di tempi e posizioni col resto dell’equipaggio. A partire da prua, se il primo pagaia con la sinistra, il secondo lo farà con la destra, e così via fino al sesto di poppa. Sono le due persone posizionate a prua e a poppa a stabilire con un grido il cambio di sponda della pagaiata ed a conferire direzionalità allo scafo intervenendo in modo sincronizzato per far curvare la traiettoria. Non esiste timone.
La sensazione è stata fortemente adrenalinica. Non mi aspettavo una velocità così elevata. In mezzo alle onde lo scafo a volte si innalza e l’occhio rimane ben fermo sul galleggiante-stabilizzatore sul lato sinistro. La scuffiata è rara ma non impossibile e quindi un po’ di apprensione c’è.
L’associazione WAS disponde di un’ampio spazio sulla spiaggia di Savona e fornisce ai soci diversi servizi in cambio della quota associativa. Il focus agonistico è sulla polinesiana, ma sono disponibili anche i SUP, barche a vela e piccoli kayak. Durante l’anno vengono organizzati corsi in diverse discipline.