Suggerimenti per le escursioni in kayak

Vi siete mai chiesti quanto sia importante la conformazione del kayak nel consentirci di pagaiare con piacere e senza troppo sforzo? Vale la pena di  provare kayak con prestazioni velocistiche superiori?

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Con un kayak/canoa stabile ma poco performante si impiega molta energia per la sola navigazione. Se paghiamo per utilizzare un mezzo a noleggio o per partecipare ad un’escursione, alla fine rimarrà sempre poco tempo per godere del paesaggio e per le soste ludiche.

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La nostra soluzione al problema è stata quella di investire nella nostra piccola flotta acquistando kayak facili ma più prestazionali.

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Cerchiamo di approfondire un po’…!

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Per chi pagaia da anni sarà probabilmente un concetto di lapalissiana ovvietà, ma, per chi si avvicina per la prima volta al kayak, forse il mezzo di esplorazione marina più amichevole e green a nostra disposizione, sarà molto utile una spiegazione approfondita. Se un mezzo appare alla vista molto largo e piuttosto corto,

.bic ouassou

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sicuramente sarà molto stabile, ma, sulle lunghe percorrenze, finirà per stancare, in quanto si rivelerà, a parità di sforzo, piuttosto lento.

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Uno scafo più lungo e filante al contrario risulterà un po’ meno stabile, ma molto più adatto a lunghe percorrenze.

dag midway

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Noi di Winterkayak, per le escursioni introduttive, abbiamo scelto di proporre mezzi facili ma veloci e prestazionali, attingendo tra gli altri al catalogo del costruttore francese Dag, che ha progettato il Mid-Way.

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Questo mezzo ci piace particolarmente perchè consente di insegnare e quindi di fare provare la tecnica di pagaiata e in più possiamo organizzare escursioni più lunghe e articolate.

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A parità di tempo è possibile includere la visita agli angoli più belli della zona esplorata, qualche sosta per fare bagni, tuffi, snorkeling e magari anche una piccola pausa per mangiare qualcosa.

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In questo articolo vogliamo insomma scoprire, dal punto di vista del neofita o della persona che pagaia saltuariamente, quanto il fattore “conformazione” del mezzo possa influire sul piacere di pagaiata, sullo sforzo da impiegare per il movimento, sulla capacità di carico in caso di escursioni a medio raggio e sull’autonomia chilometrica che sarà lecito aspettarsi.

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Un pagaiatore alla prima esperienza che sale su un mezzo come il Dag Mid-Way, sarà anche molto più motivato nell’ascoltare i consigli che possiamo dare noi istruttori di kayak da mare in merito alla guidabilità e all’apprendimento delle manovre di sicurezza. .

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Sicuramente pagaiare con un mezzo tipo il Dag Mid-Way è molto divertente e alla lunga appaga maggiormente rispetto ad un mezzo sulle prime amichevole, ma stancante dopo pochi chilometri percorsi.

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La risposta alla domanda “quanto è importante la conformazione del kayak per consentirci di pagaiare con piacere e senza troppo sforzo” quindi è

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moltissimo!

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La risposta alla domanda “E’ utile provare kayak con prestazioni velocistiche superiori” quindi è …..ovvio che si!!

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Scopriamo insieme le differenze di comportamento in mare di kayak molto diversi nella seguente comparativa.comparativa

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Il primo approccio al kayak da mare avviene molto spesso durante le vacanze al mare quando, esaurita la fase della tintarella a tutti i costi, tipica dei primi gioni di ferie, si comincia ad avvertire un po’ di noia, che per alcuni diventa vera e propria insofferenza, al pensiero di dover restare per tutta la giornata intrappolati nel ripetitivo loop sdraio-lettino-bagno-doccia-bar-cabina.

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E allora l’occhio del bagnante, almeno di quello un po’ più intraprendente, comincia a spaziare sull’orizzonte azzurro del mare che è di fronte a lui. E, insieme all’occhio, spazia anche la fantasia. Basta intravvedere un natante di qualsiasi forma che solchi il mare, magari diretto verso la vicina scogliera o isoletta, per far scattare un meccanismo mentale preciso: mi serve una canoa!.

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Se si ha la fortuna di trovarsi in uno stabilimento balneare dotato di canoe o kayak quindi, il primo passo sarà il noleggio della piccola imbarcazione.

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In questa fase è naturale che non si andrà troppo per il sottile nella scelta del tipo di canoa, che spesso sarà obbligata. A volte gli stabilimenti balneari sono dotati di kayak di diverse tipologie, quasi sempre sit on top ma profilati in modo diverso. Vale sempre la pena di chiedere al bagnino.

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Mettiamo quindi a confronto due canoe/kayak che conosciamo bene, che abbiamo utilizzato appositamente e a lungo in stagioni dell’anno diverse, con mutevoli condizioni del mare e del vento: il Bic Ouassou

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bic ouassou.

ed il Dag Mid-Way.

dag midway.

E, già che ci siamo, diamo un’occhiata anche all’italiano Rainbow Vulcano, che interpreta la filosofia long run del Mid-Way ancora in un altro modo.

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La scelta di comparare questi mezzi non è casuale, perchè ciascuno di essi incarna un modo ben preciso di intendere il sit on top, con caratteristiche di fondo che sarà possibile riconoscere in molti altri scafi sul mercato. I quali, con le dovute sfumature, potranno ricondursi, con buona approssimazione, ai protagonisti della nostra prova.

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Le proporzioni dello scafo

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Quando un kayak appare alla vista molto largo e piuttosto corto, sicuramente sarà molto stabile, ma sulle lunghe percorrenze finirà per stancare, in quanto si rivelerà, a parità di sforzo, piuttosto lento.

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Viceversa un mezzo lungo, caratterizzato da fianchi stretti e da una chiglia profilata, si rivelerà molto più veloce. Nei modelli di kayak che stiamo analizzando, è facile distinguere tra le due tipologie: il Bic Ouassou dimostra una stabilità a prova di neofita, mentre il Dag Mid-Way, come anche il Rainbow Vulcano, darà prova di grande scorrevolezza e velocità, anche se un po’ a discapito della stabilità.

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Con l’esperienza scopriremo anche altre cose. In condizioni di surf, quando cioè ci troviamo, per casualità o per precisa ricerca di divertimento, con l’onda di poppa che spinge il kayak, il piccolo Ouassou si troverà più a suo agio rispetto al Mid-way. pinnette chiglia dal 2013Non per niente la sua Casa costruttrice, la francese Bic, mostrando prontezza e lungimiranza, a partire dal 2013 ha dotato il suo piccolo kayak di pinne stabilizzatrici posteriori, disponibili come accessorio.
Ai più esperti non sfuggirà quanto questa soluzione ricordi le tavole da SUP (Stand Up Paddle), molto utilizzate appunto per surfare.

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Ci si chiederà: ma allora non si può surfare con scafi simili al Mid-Way? Qui entriamo in un discorso un po’ più tecnico, dove diventa importante confrontare i diversi kayak in commercio nelle differenti situazioni di mare, partendo dalla forma della chiglia. Come è emerso infatti durante le prove che abbiamo svolto sul Dag Mid-Way e sul Rainbow Vulcano (puoi leggere qui la prova del Mid-Way e qui quella del Vulcano), le soluzioni progettuali adottate sulla forma della chiglia hanno immediate conseguenze sul comportamento in mare.

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La chiglia del Rainbow Vulcano
La chiglia del Rainbow Vulcano

La pronunciata pinna longitudinale in rilievo che percorre l’intera chiglia del Rainbow Vulcano, lo rende molto direzionale e coerente in fase di surfata. Viceversa, la Casa francese Dag ha deciso di puntare per il Mid-Way su altre doti di navigazione, progettando, al posto della pinna in rilievo, due solchi longitudinali “scavati” nello scafo. Questi due profili conferiscono direzionalità, ma riescono anche a centrare l’obiettivo di offrire una grande maneggevolezza.

La chiglia del Dag Mid-Way
La chiglia del Dag Mid-Way

Non per nulla, nell’utilizzo più frequente con mare calmo o solo leggermente mosso, il Vulcano si rivela fin troppo direzionale ed estremamente “duro” da far virare. Manovra in cui invece eccelle il Mid-Way.

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Quindi, meglio l’uno o l’altro? Noi per le nostre esigenze abbiamo pochi dubbi. Anche se il Rainbow Vulcano si trova più a suo agio specificamente nel surf, vista la nostra intenzione primaria di effettuare escursioni a medio-lungo raggio, globalmente il Mid-Way si rivela più equilibrato, capace di adattarsi meglio alle diverse condizioni. Risultando, soprattutto, molto più agile tra scogli e grotte.

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Scegliamo con attenzione il nostro kayak

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Abbiamo così compreso a fondo quanto la forma esteriore influenzi le doti di navigazione ed il rapporto sforzo muscolare/velocità dell’imbarcazione.
Facciamo un esempio pratico focalizzato sullo specchio di mare più frequentato da WinterKayak.

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25 giugno 2015

 

 

 

 

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La mappa qui sopra schematizza il percorso per raggiungere l’Isola di Bergeggi (Savona, Liguria, Italia) partendo da una nostra base presso i Bagni Stella Maris.

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Quanto tempo occorre per raggiungere l’Isola a bordo di un kayak Bic Ouassou e quanto con un Dag Mid-Way? La nostra esperienza ci indica che la differenza è molto marcata e non solo in termini di tempo, ma soprattutto per sforzo di pagaiata e per la conseguente autonomia in termini di comfort e sicurezza.

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Al netto delle condizioni di mare e vento, possiamo dire che, mediamente, è possibile raggiungere l’Isola di Bergeggi e ritornare alla base, a bordo di un kayak Dag Mid-Way, in poco meno di venti minuti. Con il kayak Bic il tempo necessario raddoppia (40 minuti), mentre lo sforzo richiesto va anche oltre. E stiamo parlando di un percorso brevissimo, 3 km scarsi tra andata e ritorno. In pratica, quasi tutto il tempo dell’escursione, con mezzi poco performanti, lo si impiega per la sola navigazione, poco per godersi il paesaggio.

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L’indicatore del fattore tempo/fatica penderà sempre più a favore di mezzi tipo il Dag Mid-Way, veloci e scorrevoli, oltre che più capienti per le provviste e le attrezzature.

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Redazione

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Quando il richiamo della natura diventa così forte, è un dovere condividere questa esperienza!

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